Il limbo esistenziale in cui fluttuano le vite degli sfollati, spesso
disconnessi dal tessuto sociale e produttivo in cui la storia li ha
catapultati, sembra un infinito rimandare di date.
Non sono chiari
i tempi in cui il governo georgiano prevede di aver risolto la crisi di
alloggi per gli sfollati con nuove strutture. Ma è soprattutto
proiettata in un eterno futuro l’ipotesi di un rientro nella propria di
casa, nel posto da cui si è dovuti fuggire e nel ricordo di cui molti
ancora continuano a vivere, più appesi al passato che al nebbioso
futuro.
Quella del ritorno è una speranza frustrata ad ogni Discussione di Ginevra,
il format nato dopo la guerra del 2008, e che ha superato più di 50
incontri. I rappresentanti di Abkhazia, Ossezia del Sud e Russia
sistematicamente, ad ogni sessione ormai da anni, lasciano il tavolo al
momento in cui nel gruppo sulla soluzione della crisi umanitaria si
affronta il tema del rientro degli sfollati.
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